Visualizzazioni totali

lunedì 23 gennaio 2012

videogiochi pro e contro

Spesso ci chiediamo se tutta quella televisione..tutti quei videogiochi e computer....facciano bene ai nostri bambini,
oggi ho letto  un articolo dove si parlava dei i pro e dei contro sull' utilizzo dei videogiochi...certo ci sono tanti aspetti positivi..perchè si tratta non solo di videogiochi educativi insenso stretto, ma anche e soprattutto videogiochi di intrattenimento in commercio vengono utilizzati in vari ambiti:dalle lingue straniere alla letteratura, dalla matematica alla storia e alla geografia.
Gli insegnanti si aspettano che i videogiochi incrementino la motivazione degli studenti nell’apprendimento(27%), contribuiscano al raggiungimento di obiettivi educativi (24%), promuovano valori positivi (13%), migliorinole competenze sociali (come il lavoro di squadra) e intellettuali (11%). 
Ma ci sono anche molti  aspetti negativi come ..la comparsa frequente di emozioni quali rabbia, ansia e ostilità, il possibile aumento del battito cardiaco, della pressione sanguigna e della produzione dell’“ormone dello stress, l’aumento di pensieri aggressivi e della percezione di ostilità e minaccia da parte dell’esterno, fino all’aumento di comportamenti aggressivi.
Io da mamma credo che poi sia il genitore che debba intervenire,nel senso che bisogna dare in questi casi delle regole,dei tempi,,bisogna dare un equilibrio al bambino..questa è la mia opinione..e voi?qual'è la vostra opinione?parliamone :-)

mercoledì 18 gennaio 2012

Interpretare i disegni dei propri figli...Sono veramente solo scarabocchi?

Non so voi genitori...ma io avvolte rimango a guardare mio figlio mentre disegna e spesso mi domando se quello che disegna è veramente ciò che vuole esprimere o è solamente uno semplice disegno...bè...io stasera ho trovato questo articolo tratto dal sito http://www.genitoricrescono.com/.
L'ho trovato davvero molto interessante e quindi ho pensato subito di pubblicarlo nel mio blog per voi genitori..per interpretare ciò che i nostri bimbi vogliono esprimere!allora..non mi resta che augurarvi una buona lettura...




Volevamo sapere come si esprimono i bambini quando usano i colori invece delle parole, e così lo abbiamo chiesto a Mariaelena La Banca, mamma di Matteo, autrice del blog yummymummyematteo, e collaboratrice di http://www.pianetamamma.it in qualità di pedagogista. Mariaelena lavora infatti come coordinatrice delle attività didattiche nelle scuole e adora lavorare con i suoi bambini. Nel tempo libero ha trovato anche il tempo di scrivere un libro, uscito a giugno e già arrivato alla terza ristampa
101 giochi intelligenti e creativi da fare col tuo bambino da zero a cinque anni . Io, visto che l’autunno bussa alle porte in quel di Stoccolma, vado subito ad ordinarlo. Non sia mai riuscisse a farmi risollevare le sorti di qualche piovoso e buio weekend svedese, in attesa dei primi mesi del prossimo anno, quando ci sarà il lancio del secondo libro!
Ma ora vediamo come interpretare i disegni dei nostri bambini. Che io ho sempre avuto il sospetto che dietro quegli scarabocchi confusi che il Vikingo semina per casa, si nascondesse un non so che di profondo ;)
Lo scorso anno, in uno degli asili in cui sono coordinatrice didattica, ho proposto alle insegnanti un corso di formazione speciale, che prevedeva delle ore di teoria ma anche mooooolte ore di pratica! Loro hanno accettato subito con entusiasmo e così, quando Serena mi ha proposto di scrivere questo guest post, ho pensato di riproporre le basi di quel corso: l’interpretazione dello scarabocchio e del disegno dei bambini da zero a 6 anni.
Ho sentito l’esigenza di dare alle maestre uno strumento diverso, oltre a quello dell’osservazione, per capire i bambini dell’asilo nido e della scuola dell’infanzia, uno strumento che desse loro l’opportunità di una risposta immediata alle reali esigenze del bambino che non sa o che non riesce, ad esprimere le emozioni, i sentimenti, con le parole ma con un linguaggio non verbale: parla disegnando.
Così ho modificato i contenuti del corso (40 ore di teoria e altrettante in aula) in modo da dare a qualunque mamma la possibilità concreta di imparare ad ascoltare e a comprendere quei bisogni del bambino che non vengono espressi a parole ma che lasciano una traccia chiara sulla carta: nei disegni, nei colori, negli scarabocchi. Ciò è particolarmente valido per i bambini più piccoli, che non sapendo ancora esprimersi correttamente con le parole, comunicano assai più liberamente con la matita. Per i bambini il disegno è un modo spontaneo di esprimere se stessi: i segni lasciati dalla matita sul foglio mostrano aspetti del carattere dei piccoli che non traspaiono dai gesti e dalle parole, illuminandone così i significati più profondi. Per questo, saper “leggere” i loro disegni, fin dagli scarabocchi dei primissimi anni di vita, permette di capire più a fondo le loro esigenze e le loro paure. Ma cosa dobbiamo osservare?
Innanzitutto predisponiamo il materiale:
Matite colorate, pennarelli, fogli bianchi
Cerchiamo di non intervenire mentre il bimbo disegna, lasciamolo libero di esprimersi.
A questo proposito ho scritto un articolo su Arno Stern, l’ideatore del cloisier, potete trovarlo qui, sul mio blog: Con un pennello in mano non si impara.
Mettiamo i colori sul tavolo, devono essere ben visibili, non dentro un astuccio, poi chiediamo al bambino di fare un bel disegno.
RACCOMANDAZIONE IMPORTANTISSIMA: non “costringete” il bambino a disegnare se non ne ha voglia, è molto facile essere presi dall’entusiasmo per questa novità ma rispettiamo sempre e comunque le naturali inclinazioni dei nostri piccoli.
A questo punto possiamo cominciare:
Osserviamo bene qual è il punto di partenza.
Ogni parte del foglio rappresenta una emozione, un sentimento, uno stato d’animo,
interpretazione disegni
ZONA SINISTRA:PASSATO
ZONA CENTRALE: PRESENTE
ZONA DESTRA: FUTURO
Cosa devo osservare?
Punto di partenza:
centrale: egocentrismo naturale del bambino
sinistra: bisogno di rimanere ancorato agli affetti familiari
destra: voglia di crescere
Margini: inibizione dei propri sentimenti
Prima dei 3 anni è normalissimo che il bimbo cominci a disegnare nella parte bassa del foglio perché è quella più vicina a lui!
Come occupa lo spazio?
Occupare tutto lo spazio: con un gesto tondo e ampio è espressione di un bambino estroverso
Spazi limitati: o delimitati volutamente con cornici e margini è espressione di un bimbo insicuro che non ama la confusione e si sente sicuro solo in famiglia.
Parte bassa del foglio: il bimbo ha sempre bisogno di rassicurazioni
Parte alta del foglio: il bimbo predilige la fantasia e la creatività
Parte centrale del foglio: si sente al centro dell’attenzione
Le forme
Linee curve: carattere aperto, socievole e comunicativo.
Linee spezzate: tensione, ipersensibilità, forte cambiamento.
Il carattere
Ogni bambino disegna in maniera diversa, vediamo la personalità di ciascuno:
Estroverso: il bimbo dal carattere estroverso si riconosce perché occupa tutto il foglio, con linee che vanno da una parte all’altra, ama i colori forti come il rosso
Introverso: privilegia le forme piccole, i colori delicati, e si concentra in un angolo del foglio
Sensibile: scarabocchia sfiorando appena il foglio scegliendo i colori tenui.
Temperamento
Il temperamento è ben visibile nei disegni:
Leader: i fogli non gli bastano mai, occupa tutto lo spazio e, spesso, anche il tavolo!!! La figura umana è disegnata in maniera ben marcata.
Il timido: disegna forme staccate, pressione leggera, molto attento a non sporcare, nel disegno della casa le abitazione saranno piccole e il tratto incerto.
L’insicuro: di solito le forme sono tonde ma tende a correggersi e a cancellarsi. Nella figura umana, spesso, mancano i piedi.
Il sognatore: il disegno è collocato nella parte alta del foglio, i disegni sono ricchi di particolari.
L’aggressivo: Tratto marcato, solchi e uso di colori forti, rappresentazione costante di mostri e animali feroci.
Il pigro: Disegna forme tonde, poco marcate, con tratto lento e molle.
Il dinamico: Finisce sempre per primo e i fogli non gli bastano mai!!!
L’egocentrico: disegna soprattutto nella parte centrale del foglio. La figura umana è disegnata accuratamente e occupa tutto il foglio.
I colori
Un altro importante punto di riferimento sono i colori scelti dal bambino:
Rosso: un bimbo che predilige il rosso è vitale ed esuberante, allegro, coraggioso e passionale. Non tollera di essere frenato in alcun modo. Se lo si frena potrebbe diventare iroso e astioso.
Giallo: energico, dinamico, libero, desideroso di apprendere e muoversi.
E’ alla ricerca dell’amicizia e, da grande, sarà portato ai lavori nel sociale. Ha bisogno di sentirsi al sicuro per potersi esprimere, va dunque elogiato quando fa qualcosa di positivo.
Verde: di solito, il bimbo che sceglie il verde è nervoso, ipersensibile ed emotivo, è molto impressionabile e ama la natura. Il bimbo lo sceglie perché il verde tende a calmare…
Blu: il bimbo è calmo e sereno. Gli piace giocare con gli altri ma anche da solo.
Viola: il bambino è stato “responsabilizzato” troppo presto. Ha paura di sbagliare e di ferire gli altri. Bisogna fare un passo indietro per seguire le sue tappe.
Marrone: Bambino serio e posato, va stimolato ad esprimersi perché tende a nascondere se stesso e, soprattutto i suoi bisogni.
Nero: il bimbo che disegna col nero è afflitto da una profonda insoddisfazione. È un colore di chiusura perché non si sente compreso e assecondato.
Grigio: bimbo che ha paura ad affrontare le difficoltà. Va compreso e aiutato a capire che, accanto a lui, c’è sempre qualcuno che può aiutarlo.
Rosa: denota una grande sensibilità, disponibile con tutti, questo bimbo sceglie compagni che non siano violenti e rumorosi.
Arancione: amato dai bambini aperti, loquaci, entusiasti di fronte alle nuove esperienze.
Turchese: tipico del bambino felice di dipendere da qualcuno, ama appoggi e incoraggiamento, e ha bisogno dell’appoggio degli altri accanto a lui. È sensibilissimo e riesce a cogliere tutte le sfumature di ciò che lo circonda.
Ora dovremmo avere un quadro chiaro della situazione!
Ci sono moltissimi libri che parlano di questo argomento per chi volesse approfondire.
Quelli che preferisco per semplicità e linearità sono quelli scritti da Evi Crotti.
Per i bimbi più grandicelli ci sono vari test da fare: c’è quello sulla figura umana, il test sulla casa e quello sull’albero che ci aiutano a capire come il bimbo veda se stesso, il legame con la famiglia e quello con la mamma.
Ma ora corriamo a far scarabocchiare i nostri cuccioli e vediamo cosa vogliono comunicarci con i loro disegni.
Il mio Matteo preferisce il marrone e l’arancione, i fogli sembrano non bastargli mai, riempie tutti gli spazi e colora dal basso verso l’alto…è proprio un furfantello!!!
Avete anche voi voglia di fare subito una prova e osservare vostro figlio disegnare? Se volete condividere i capolavori dei vostri piccoli artisti con noi, fatelo sulla nostra pagina su facebook. Ci faremo senz’altro un bel po’ di risate insieme!

tratto dal sito:http://genitoricrescono.com/interpretare-disegni-sono-veramente-solo-scarabocchi/

Bambini e natura


I bambini manifestano un grandissimo interesse per la natura e per la vita all’aria aperta
La natura, affascinante e misteriosa, permette ai bambini di non annoiarsi, in quanto offre loro delle ottime esperienze sensoriali, proprio ciò di cui hanno bisogno per imparare e crescere.
Per i bambini è infatti molto importante essere sempre indaffarati, non dimentichiamo che il loro più importante desiderio è quello di imparare, ma è inutile ingegnarsi a proporre tante attività “artificiali”: i bambini amano il mondo “reale” e le occupazioni “reali”.


Allora è bellissimo aiutare la mamma e il papà a sbrigare le loro faccende domestiche ma è altrettanto bello scoprire il mondo, attraverso una bella passeggiata in un bosco o una corsa in un prato.
Spesso i genitori si preoccupano di portare i bambini al parco giochi, dimenticandosi che ai bambini piacerebbe sicuramente di più poter esplorare la natura reale, osservarla, conoscerla, scoprire i cambiamenti che avvengono col passare dei mesi, il ripetersi delle stagioni, i meravigliosi tesori che la natura offre: le foglie d’oro in autunno, il ghiaccio brillante in inverno, i boccioli in fiore in primavera, la brezza che accarezza le chiome degli alberi in estate, le forti cortecce che nascondono tanti insetti colorati, un bastoncino di legno che come una barchetta viene trasportato dalla corrente del ruscello.
Il bambino, fino ad almeno 14 anni, dovrebbe ricevere il giusto nutrimento affettivo, esperienziale e spirituale, attraverso l’immaginazione, l’osservazione, la bellezza, il rispetto: i bambini devono ricevere calore, il calore del legno, della terra, del sole, del contatto, delle fiabe.
I bambini di oggi, al contrario, vivono nella freddezza: la freddezza delle cose materiali, della plastica, della televisione, dei computer.
Il contatto con la natura procura al bambino un grande calore, una bellissima esperienza sensoriale, un grande amore per la scoperta e per il bello e, se ben indirizzato, una incredibile ispirazione artistica e immaginativa.
Attraverso l’esplorazione di un bosco possiamo prendere spunto per moltissime storie fantastiche e avventurose, possiamo spiegare al bimbo come funziona il mondo, possiamo insegnargli l’importanza di agire in modo corretto, l’amicizia, la collaborazione, il perdono, la pazienza.
Facciamo in modo che i nostri bambini possano provare il più possibile queste emozioni, perché il mondo, nelle loro mani, diventi davvero un mondo nuovo.

Articolo tratto dal sito:  www.bimbonaturale.org   

L'IMPORTANZA DELLA MUSICA NELLA VITA DEI BAMBINI


l pianto del bambino, i suoi primi vocalizzi, il suo riconoscere le voci più familiari, quelle che sentiva dalla pancia della mamma, oppure il battito cardiaco della mamma: tutto questo fa capire che ogni essere umano ha un senso innato del ritmo ed una propria musicalità.
Secondo un´indagine commissionata da Disney Interactive sul rapporto tra la musica ed il processo formativo dei bambini, è risultato che la musica è indispensabile per lo sviluppo della fantasia e della creatività dei bambini ed, essendo un linguaggio universale, pare rappresenti uno strumento insostituibile per sviluppare nei più piccoli l´apertura nei confronti di una società sempre più multirazziale.
Dovremmo quindi imparare ad avvicinare i nostri figli all´ascolto delle sette note già dai primi mesi di vita grazie a filastrocche, ninne nanne o canzoncine.

Ogni futura mamma parla al suo bambino mentre è ancora nella pancia, raccontando cosa succede, cantandogli delle canzoni ed ogni mamma ha istintivamente un “linguaggio personale” con il proprio piccolo; ogni momento dell´infanzia ha i suoi mezzi per ascoltare e produrre musica, ma spesso non ci facciamo caso o peggio tendiamo a reprimere le attività esplorative svolte con cucchiai, pentole e forchette.
Non valorizziamo abbastanza gli aspetti sonori dei paesaggi che ci circondano, cantiamo sempre meno ninne nanne, raccontiamo poche fiabe perché le offriamo confezionate e pronte per l´uso in CD, anche senza la nostra azione diretta.
Spiega Anna Oliverio Ferraris, docente di Psicologia dello Sviluppo all´Università La Sapienza di Roma â€“ “Il valore della ninna nanna, in particolare, si è affermato nei secoli proprio perché la persona che canta, la mamma, il papà, la tata, creano per i bambini i presupposti per la comunicazione. I bebé, pur non riconoscendo le parole, hanno sensibilità alla voce umana: colgono la musicalità della lingua e solo crescendo comprendono il significato dei vari termini”.
Oltre alla ninna nanna, anche l´ascolto di buona musica ha effetti positivi nella formazione e nella crescita dei bambini. “L´intelligenza musicale – riprende Anna Oliverio Ferraris – è la più precoce a svilupparsi e resta per tutta la vita”.
Sarebbe utile ripetere in modo rituale brani musicali più volte durante il giorno o la settimana per imparare ad aspettarsi un evento (per es. decidere quale sarà la musica che precede la nanna o la pappa).
Esiste una pubblicazione (edita dalla Città di Torino, in collaborazione con l’Associazione Sistema Musica e il Museo Luzzati) che si chiama MusicaTondo e che offre ai genitori consigli pratici per accompagnare i piccoli alla scoperta dei suoni, facendo maturare in loro uno speciale legame con la musica.
Questo libro, dedicato ai genitori di bambini compresi nella fascia d’età 0 – 6 anni e agli operatori del settore della prima infanzia, è in distribuzione gratuita ed è diviso in tre sezioni che vogliono rappresentare tre livelli di lettura.
Il primo, dal titolo Fare, suggerisce condotte musicali da impiegare nella relazione tra bambino e genitori, familiari, educatori: possono essere giochi vocali o corporei, pratiche di osservazione da precisi punti di vista, racconti o canzoni.
Il secondo livello, Ascoltare, suggerisce brani di musica classica e contemporanea da ascoltare durante la gravidanza, brani di approccio alla pappa o per favorire la nanna.
Il terzo livello, Sapere, contiene i fondamenti teorici e metodologici che ispirano i suggerimenti del Fare e dell´Ascoltare, ed è riservato a chi desidera approfondire le ragioni per cui si propongono quelle precise attività e ascolti.
Anche la televisione aiuta il bambino a conoscere la musica, infatti, nonostante non ami far guardare troppa televisione alla mia bambina, ho scoperto una serie di cartoni animati della Disney che si chiama “Little Einstein” e che ha come protagonisti quattro bambini tra i 4 e i 6 anni (di etnie differenti) uniti da un grande amore per la musica: tra loro c´è chi dirige, chi balla, chi canta e chi suona.
In ogni puntata i quattro bimbi partono per una missione a bordo di un’astronave musicale chiamata Rocket, alla scoperta di un mondo ricco di musica classica, opere d´arte e bellezze naturali, vivendo ogni volta esperienze indimenticabili.
Aggiungendo un testo semplice – che riprende l’avventura del giorno – alla musica dei brani classici, gli stessi pezzi diventano orecchiabili e facili da ricordare per i bambini, che si ritrovano a cantare per la casa, senza rendersene conto, sinfonie di noti compositori che di solito vengono ringraziati dai bimbi all’inizio ed alla fine di ogni cartone animato.
Aiutiamo, quindi, care mamme e cari papà i nostri bambini ad approcciare la musica, magari anche solo insegnando loro delle vecchie canzoncine o ripetendo con loro quelle che hanno imparato all’asilo, così trascorreremo insieme ai nostri figli parte del nostro tempo libero in modo piacevole e diverso dal solito.

IL DECALOGO DELLE TATE


oggi sul sito molto carino di S.O.S TATA ho trovato delle regole molto efficaci da far seguire non solo ai bambini ma ha tutta la famiglia per vivere in modo sereno...leggete..e poi fatemi sapere la vostra opinione!:-)

Sezione: I Consigli delle Tate

1) STABILIRE LE REGOLE E FARLE RISPETTARE
(troppa libertà non sempre è felicità!)
2) RISPETTARSI RECIPROCAMENTE
(Senza il rispetto, è tutto un dispetto!)
3) PROGRAMMARE I TEMPI DELLA GIORNATA
(Essere in orario è straordinario)
4) RISPETTARE I PROPRI SPAZI E QUELLI DI CASA
(A ciascuno il suo e un po’ per tutti)
5) URLARE NON SERVE MAI
(Anche l’orecchio vuole la sua parte)
6) COMUNICARE CON SINCERITA’
(Le bugie hanno le gambe corte e i musi lunghi…)
7) ESSERE COMPLICI NELL’EDUCAZIONE DEI FIGLI
(E’ il vostro bellissimo progetto di vita)
8 ) NON ALZARE LE MANI: SERVONO PER MILIONI DI ALTRE MAGNIFICHE COSE…
(Gioco di mani, gioco da villani)
9) MANGIARE E’ SEMPRE UN RITO IMPORTANTE
(Intorno al tavolo in compagnia, è il segreto per l’allegria!)
10) TROVARE OGNI GIORNO ALMENO 10 MINUTI DI TEMPO DI QUALITA’ PER STARE CON OGNI BAMBINO
(Fai venir fuori il bambino che c’è in te… e il gioco è fatto!)


(pubblicato e preso dal sito http://www.sostata.tv/il-decalogo-delle-tate/)

Figli: Rapporto di coppia e rispetto per se stessi

Rapporto di coppia ed educazione dei figli

Il rapporto di coppia: prima di essere mamma e papa', si e' marito e moglie oppure compagni, ed il modo di stare insieme delle due persone, il loro rapporto, il modo di comunicare, di voler bene all'altro e a se stessi, di vivere ed affrontare i problemi legati alla coppia, incide profondamente su come si cresceranno poi i propri figli.
A volte capita che problemi che nella coppia sono rimasti irrisolti perche' nella vita a due gli si e' dato poca importanza, vengano alla luce nel momento che si ha un figlio, proprio quando si e' meno preparati ad affrontarli, e cio' puo' determinare momenti di crisi che si ripercuotono inevitabilmente sul bambino.
Una coppia matura invece, coglie il momento per appianare conflitti che non erano stati affrontati, collaborando e migliorando il proprio modo di vivere la relazione.

Rispetto per se stessi ed educazione dei figli

Non tutti purtroppo crescono il figlio in due, spesso succede che un genitore rimanga solo perche' la coppia si divide, importante e' comunque:
Il rispetto per se stessi: educare un figlio significa insegnargli a vivere, vuol dire anche renderlo in grado di operare le scelte migliori, di vivere serenamente e ad un certo punto di farcela da solo.
Difficile pensare di riuscire in un compito cosi' importante se non si ha per primi la capacita' di risolvere i propri problemi, di vivere la vita in maniera piacevole, rispettando gli altri e se stessi.
Un genitore infelice facilmente trasmettera' infelicita', un genitore felice trasmettera' gioia di vivere.


articolo tratto dal sito http://www.psicocitta.it/crescita-personale/educazione-dei-figli/rapporto-di-coppia.php

EDUCAZIONE DEI FIGLI

Educazione dei figli e rapporto di coppia

L'educazione dei figli e' un argomento vasto e importante, molti genitori infatti si trovano nella condizione di pensare di aver fatto tutto il possibile per dare una buona educazione ai propri figli e non riescono a capire cosa sia andato storto, quale possa essere stato l'errore....
Non e' semplice in poche righe definire quali siano le migliori regole per una buona educazione, ed ogni caso va visto a se'.
E' bene pero' sottolineare che ci sono alcuni aspetti che sono di particolare importanza e che secondo alcuni autori stanno alla base di una buona educazione e sono:

Perche' a volte il rapporto con i propri figli e' cosi' difficile?

Il compito del genitore non e' cosa per nulla facile, soprattutto quando entrambi lavorano o ancor di piu' se si e' soli a doverli crescere.
Alcune cause dei problemi nel rapporto con i figli sono:

Regole sull'Educazione dei figli

Ci sono comunque alcune regole che, come dicevamo prima, secondo alcuni studiosi sono una buona base per l'educazione dei propri figli, e che, anche se riduttivo, possiamo riassumere brevemente:
    Dare regole coerenti
    Non fare promesse che non si e' in grado di mantenere
    Saper ascoltare
    Non usare violenza
    Dare affetto
    Non ordinare ma "guidare"
    Non rinfacciare mai le sue debolezze
    Proibire solo cio' che effettivamente il figlio non puo' fare
    Non rivolgersi a lui come persona, ma a quello che fa
    Dialogare     

martedì 17 gennaio 2012

IL BAMBINO E LA TELEVISIONE

QUANTA TELEVISIONE FACCIAMO GUARDARE AI NOSTRI BIMBI?DIAMOA LORO DEI TEMPI?DELLE REGOLE?QUANTO INFLUISCE GUARDARE TROPPA TELEVISIONE?...ECCO ALCUNE INDICAZIONI PER UN USO CORRETTO DELLA TELEVISIONE

La televisione pervade la vita dei soggetti in età evolutiva nei paesi industrializzati e sempre più anche nei paesi in via di sviluppo. Il bambino è spesso, fin dai primi anni, un grande consumatore di programmi televisivi (bambino televisivo): in Italia l'esposizione media dei bambini alla TV è di 2 ore e quaranta minuti al giorno.
Se da un lato il mezzo televisivo produce effetti positivi (per quanto riguarda l'apprendimento, la cultura, la socializzazione…), dall'altro può causare problematiche sia di tipo psicosociale, sia di tipo sociosanitario, che di tipo più strettamente medico.
Pertanto si impone da parte dei pediatri, quali tutori dell'infanzia, un intervento sia per rendere consapevoli genitori ed educatori dell'influenza della televisione nell'età evolutiva, sia per organizzare campagne di informazione ad ampio raggio e intervenire, ai vari livelli politici e legislativi.
I 15 suggerimenti che seguono sono rivolti ai genitori e a tutti coloro che sono a contatto con il "pianeta bambino". Essi non hanno lo scopo di distruggere la televisione, ma di restituirle il suo vero ruolo: quello di un utile strumento di cultura, di aggiornamento e di svago a disposizione di tutti.
Consigli di questo genere, sintetizzati nei punti principali, potrebbero essere affissi nelle sale di attesa degli ambulatori dei pediatri e servire come momento di educazione sanitaria per i genitori. La versione più estesa, invece potrebbe essere consegnata dal pediatra stesso, con qualche commento e eventuali chiarimenti per rafforzare ulteriormente il messaggio educativo.

1. Proporre ai bambini i programmi più adatti a loro.

Non è necessario suggerire soltanto trasmissioni serie e istruttive, ma consigliare anche quelle più belle, interessanti e adatte alla loro età. Per esempio esistono cartoni animati a ritmi lenti, con pochi personaggi e vicende semplici che sono più vicini alla psicologia e al linguaggio del bambino.
Sicuramente è necessario evitare di far vedere film dell'orrore e trasmissioni con scene di violenza; se occorre, anche gli adulti dovrebbero rinunciare a vederli.

2. Guardare la televisione insieme ai bambini.

È un modo per dare ai propri figli una chiave di interpretazione per capire ciò che appare sul teleschermo; si aiutano così i bambini ad avere un atteggiamento più attivo di fronte all'immagine, alle emozioni e ai messaggi televisivi.
Inoltre commentare insieme i programmi può essere una piacevole occasione di incontro per la famiglia! Attenzione! Non si tratta di spiegare i programmi, ma di interpretarli manifestando reazioni anche emotive e commentando i fatti presentati in modo diverso se sono reali o finzione.

3. Non utilizzare la televisione come castigo o premio.

In caso contrario, le viene attribuito un valore morale che non ha.
Inoltre, nel proibire privando si rendono i programmi ancora più desiderabili, mentre lo scopo educativo dovrebbe essere quello di insegnare un uso della televisione libero e volontario, e fare in modo che venga utilizzata per scelta e non per bisogno.

4. Non usare la tv come baby-sitter.

Una utilizzazione di questo tipo, anche se comoda e economica, può in seguito diventare incontrollabile. Oltre a questo, il bambino spesso tende, se lasciato a se stesso, a consumare cibi e bevande dolci davanti alla televisione.

5. Stabilire insieme ai bambini il tempo da dedicare alla tv.

La quantità consentita è di circa un'ora e mezzo al giorno (anche non costante) durante il periodo scolastico e di circa 2 ore durante le vacanze o i fine-settimana. Inoltre si può cercare di definire le fasce orarie più adatte.

6. Evitare che i bambini guardino la tv prima di andare a scuola.

È necessario salvaguardare il sonno dei figli e il momento della prima colazione insieme ai genitori.
La TV al mattino presto ruba tempo e attenzione alla scuola. Può accadere che i bambini si alzino prima del necessario per vedere la TV o vadano a scuola in ritardo per non perdere una parte della trasmissione e quindi vi arrivino stanchi e poco motivati.

7. Evitare che i bambini guardino la tv fino al momento di andare a letto.

Devono essere essenzialmente proibiti i programmi emozionanti. Così se i bambini avranno qualche momento di calma prima di andare a dormire, riposeranno più tranquillamente; è ovvio che ci sono le dovute eccezioni, come ad esempio, la trasmissione di programmi rivolti specificatamente al pubblico infantile.

8. Tenere la tv spenta durante le ore dei pasti e dei compiti.

La colazione, il pranzo e la cena sono spesso i momenti in cui i genitori si ritrovano di più con i figli e la TV può sottrarre questo spazio al dialogo all'interno della famiglia.
Dividersi fra teleschermo e studio passando continuamente da un centro di interesse all'altro, può far diminuire l'attenzione e la concentrazione su un unico argomento.

9. Non lasciare in mano al bambino il telecomando.

Lo zapping ha dei gravi difetti, perché in genere permette di tralasciare descrizioni, dialoghi, ragionamenti, privilegiando quasi esclusivamente l'azione.
Saltare da una trasmissione all'altra causa una comprensione parziale (che fa cogliere solo i messaggi più semplici) e una attenzione breve e superficiale; da sottolineare inoltre che il bambino potrebbe trovare programmi non adatti a lui.

10. Non collocare il televisore nella camera dei bambini.

La TV va controllata e regolamentata dagli adulti: in caso contrario si perde il controllo su ciò che il bambino vede e per quanto tempo rimane davanti al teleschermo. Inoltre c'è il pericolo di allontanare i figli dai genitori, rinunciando ad una occasione di dialogo con loro.

11. Usare spesso il videoregistratore.

Ciò consente di creare una videoteca e di valutare i programmi televisivi prima di proporli al bambino. Si può decidere l'ora e il tempo più opportuni per seguire una trasmissione registrata in precedenza.

12. Cercare valide alternative rispetto alla televisione.

Promuovere la lettura, la partecipazione ad attività sportive, ad incontri con gli amici…
In vacanza è opportuno rinunciare alla TV, prendendo in tal modo coscienza che la televisione non è indispensabile e che la teledipendenza deriva più dalle circostanze esterne che dalla sua forza.

13. Disporre di libri adatti a sviluppare gli interessi prodotti dalle trasmissioni televisive.

Televisione e libri costituiscono mezzi di informazione complementari che vanno impiegati uno a fianco dell'altro e, in questo senso, la scuola e la biblioteca, insieme alla famiglia, rivestono una grande importanza.

14. Prestare attenzione alle "condizioni" della visione e dell'ascolto.

Evitare che il bambino assuma posture scorrette mentre guarda la TV (ad esempio sdraiato per terra o sul letto, in posizione prona con il mento sorretto dalle mani);
Controllare che la distanza del bambino dall'apparecchio televisivo sia di almeno 3 metri.
Verificare che:
  • la posizione dell'apparecchio sia centrale rispetto a chi guarda;
  • l'immagine sia poco contrastata (contrasto e luminosità delle immagini non alla massima intensità);
  • la stanza non sia completamente buia (presenza di luce dietro e sopra il televisore);
  • non ci siano riflessi sullo schermo;
  • il volume del suono non sia troppo intenso (entro 70 dB).

15. Controllare la qualità e la quantità degli alimenti assunti davanti alla televisione.

Evitare in particolare il consumo esagerato di alimenti e bevande dolci.


a cura di: Dott. Massimo Generoso (pediatra)

Il ruolo dei nonni nello sviluppo educativo dei bambini

Oggi voglio parlare del ruolo dei nonni...un tema di grande importanza!

L’importanza dei nonni per i bambini è assoluta.

Il tenero rapporto di complicità  che si crea tra nonni e nipoti è così bello che, quando possibile, non deve mancare ai piccoli. Questa dolce relazione risulterà indimenticabile nel tempo e verrà ricordata in epoca adulta con molta nostalgia.

Guardate cos'ho trovato nel sito genitoricrescono.com...un interessante articolo dedicato appunto al ruolo dei nonni...
Terminato di leggere l'articolo, volevo chiedervi qual'è la vostra opinione a proposito di questo argomento?


Vita coi nonni

Ad un certo punto arriva per molte mamme (ormai quasi per tutte, fortunatamente) il momento di tornare al lavoro. Che trauma!
Ho letto che le coppie italiane cercano casa in un raggio di non oltre 3 km dall’abitazione dei genitori di uno dei due: che sia italico mammismo o necessità è un discorso troppo articolato e fuori tema per questo blog, ma prendiamo atto che i nonni, in Italia più che in ogni altro luogo nel mondo occidentale, sono parte integrante nella vita e nell’educazione dei bambini.
Infatti, laddove ci siano i nonni disponibili e ben dislocati, nessuna famiglia italiana sceglierà l’asilo nido: per la difficoltà che tutti conosciamo di accedere agli asili comunali, soprattutto nelle grandi città; per i costi proibitivi degli asili privati e, non ultimo, per cultura e per iperprotettività congenita.
I nonni normalmente accudiscono a tempo pieno i nipotini almeno fino al primo anno di vita, molti anche fino a due anni, età in cui si riesce a far entrare i nostri figli ameno in una “sezione primavera” o in un “progetto ponte”, meno irraggiungibili di un asilo nido. Poi, restano “in carica” in quella fascia oraria tra l’uscita da scuola e l’orario in cui noi genitori finiamo di lavorare. Spesso si sobbarcano anche le attività sportive dei nipoti e tutti i giorni in cui sono malati e non possono andare a scuola. Non mancano anche di contribuire alla verifica dei compiti e di trascorrere qualche fine pomeriggio di primavera ai giardinetti.
Insomma: abbiamo una generazione di giovani sessantenni che, se in salute, si fanno volentieri in quattro per noi, generazione di eterni figli a vita e, soprattutto, per i loro nipotini!
Nella maggior parte dei casi, nascerà un incantevole idillio tra i nostri genitori o suoceri ed i nostri figli: un rapporto dal quale giustamente saremo tagliati fuori.
Impariamo prima di tutto a rispettare questo rapporto: evitiamo le gelosie, le crisi ed i sensi di colpa se la nostra bambina decide di rimanere ancora un po’ a casa della nonna a cucinare i biscotti, nonostante noi siamo tornate trafelate e di corsa dal lavoro solo per ritagliare un’oretta da trascorrere con lei. Non sta rifiutando noi per preferire la nonna, ci sta solo facendo capire che rimanere con la nonna quando noi non ci siamo, è una situazione che la gratifica e la fa stare bene: sta approvando la nostra organizzazione familiare, ci sta facendo capire che mamma e papà possono stare tranquilli perchè, in loro assenza, sta bene.
Molto più difficile sarà ridisegnare i nostri rapporti con genitori e suoceri. Aspettatevi di veder venire a galla tutti i conflitti che fino a quel momento erano sopiti ed irrisolti: vedrete riaffiorare tensioni adolescenziali. E’ proprio una questione di riformulare i ruoli: non siamo più figli, siamo diventati genitori e vogliamo affermarlo con la generazione precedente. Se proprio vogliamo, il problema è nelle nostre insicurezze: loro, i nonni, hanno molte più certezze di noi, si sentono più liberi, anche di sbagliare; con la nascita dei nipoti si sono sbarazzati del peso della responsabilità di essere genitori e vivono con più leggerezza il rapporto con i bambini.
Una baby-sitter sarà sempre più disposta di un nonno a seguire le nostre “direttive” educative e pratiche: in fondo è pagata per eseguire. I nonni sono molto, ma molto più… “indisciplinati”. Hanno un’opinione sui loro nipoti ed intendono farla valere, ci contrasteranno, ci criticheranno, faranno esattamente il contrario di quello che abbiamo loro raccomandato… ma ricordiamoci sempre che nessuno al mondo vorrà bene ai nostri figli come loro.
Vorrei concludere con un piccolo sunto dei pro e contro:
PRO
- i nonni amano i loro nipoti, in modo incondizionato, in modo libero e spesso con gioia: noi a volte non possiamo permetterci quella loro raggiunta leggerezza perchè abbiamo vite complicate e responsabilità: lasciamo che i nostri bambini godano di loro;
- sono responsabili, attenti, sicuri;
- mi vergogno a dirlo: sono molto economici… un budget familiare ristretto spesso non può assolutamente prevedere una baby-sitter o un nido privato;
- offrono ai nostri bambini ed a se stessi un rapporto interpersonale insostituibile: per i nonni è un’occasione di giovinezza, ma per i bambini è una ricchezza apprezzare e conoscere la vecchiaia.
CONTRO
- quasi mai seguono le idee dei loro figli nell’educare i nipoti;
- viziano i nipoti: ma questo è poco più di un luogo comune, i bambini sanno benissimo orientare i loro comportamenti a seconda della persona con cui si relazionano, non abbiate paura che “si portino i vizi a casa”;
- ci mettono in discussione come genitori: è sgradevole per noi, proviamo però ad essere umili ed a fare tesoro delle critiche, anche di quelle che non condividiamo;
- sono spesso iperprotettivi e tendono a mettere i loro nipoti al centro del mondo: sarà nostro compito comportarci diversamente con i nostri figli, noi abbiamo il dovere di educare.
Io sono una figlia cresciuta con una nonna molto presente, sono una madre che cresce il figlio con l’aiuto di mia madre e, fortuna immensa, anche con quello di mia nonna. Mio figlio ha avuto un nonno solo per i suoi primi due anni e mezzo e si sono adorati. Mio marito ha vissuto con i nonni in casa e per lui sono stati una presenza fondamentale. Questa è la nostra esperienza.

(articolo tratto da genitoricrescono.com)

lunedì 16 gennaio 2012

Come insegnare ai bambini ad amare la lettura

Leggete i libri ai vostri bambini?ai bambini piace leggere ed ascoltare le favole?
Ecco alcune dritte per far amare ed appassionare i vostri bambini alla lettura!!



1) Storytelling: raccontate ai bimbi una storia di vostra invenzione, senza necessariamente riferirsi ad un libro. Potete personalizzarla, facendo dei vostri figli gli eroi del racconto. A casa nostra, si raccontano spesso le gesta del cavaliere Sorley (6 anni) e le esplorazioni dell’astronauta Luca (3 anni)! Potete anche raccontare una lunga storia a puntate, e farne un appuntamento giornaliero, magari all’ora del bagnetto o di andare a letto. Non temete se vi sembra di non essere in grado, l’immaginazione viene raccontando. I bambini sono un’audience molto incoraggiante.
2) Incoraggiare i bambini ad inventare le proprie storie. Questo puo’ essere fatto proponendo un inizio e chiedendo “cosa succede dopo”? Oppure creando un personaggio, magari disegnandolo anche. Se l’ispirazione si inceppa, si possono usare carte tematiche che illustrano luoghi o oggetti, cercando di “tesserli” nella storia. Con i miei figli funzionano bene le storie di ambientazione quotidiana, quelle che cominciano magari con una spedizione al supermercato o una festa di compleanno o una mattina come tante altre, in cui improvvisamente accade qualcosa di magico e inaspettato. Ad esempio, mio figlio ha inventato un compagno di asilo proveniente da un altro pianeta, protagonista di mille avventure.
3) Il circolo delle storie: con i bambini un po’ piu’ grandi, e’ divertente sedersi in circolo, e creare una storia a turno. Si propone un inizio, e i membri del circolo continuano la storia uno ad uno. E’ utile avere un oggetto, ad esempio una mela, che si passa di mano in mano, stabilendo la regola che solo quando si ha in mano quell’oggetto si puo’ parlare. Questo e’ utile per evitare il caos! Il circolo delle storie e’ un gioco che facciamo spesso alle feste.
4) I mille modi di scrivere un libro: i libri non si scrivono solo con le parole. Incoraggiate i bimbi a fare dei disegni “in sequenza”, cui poi potete aggiungere una descrizione. Siate creativi: aggiungete una mappa, una lettera, dei fiori pressati, degli scontrini, degli adesivi, creando un libro “vivo” a cui i bambini possono relazionarsi. Potete rilegarli, con una spillatrice o cucendoli, aggiungendo una copertina cartonata. Noi abbiamo acquistato dei grandi album di carta di zucchero in mille colori, su cui possiamo sia disegnare, sia incollare cio’ che preferiamo. Le copertine possono essere disegnate o stampate, utilizzando magari delle foto. A me piace scannerizzare i disegni piu’ belli dei miei figli e stamparli su carta fotografica: la copertina ideale.
5) I libri come regalo: non c’e’ nulla che fa piu’ piacere che un regalo fatto a mano, e i miei figli hanno in piu’ di un’occasione regalato diversi tipi di libri fatti in casa, al papa’, ai nonni, alle maestre. Il primogenito Sorley, in particolare, adora regalare storie illustrate che vengono poi passate con orgoglio a parenti e amici. Un’idea economica e creativa.
6) Situazioni di lettura: per i bimbi che sanno gia’ leggere, create situazioni di lettura nuove e originali, come su una coperta all’aperto, o in una casetta creata mettendo un lenzuolo su un tavolo (piace tanto a Luca, il mio secondogenito), o nel lettone di mamma e papa’. Mio marito ha regalato al nostro primogenito una lucina da libro, in maniera che possa leggere a letto senza disturbare il fratello. Sorley adora leggere sotto le coperte, mentre tutti dormono.
7) Bookshare: da noi i libri non prendono mai polvere. Se i bimbi non li leggono da un po’, e se non ci sono cari come ricordi, li scambiamo con altre famiglie. Le mie amiche mamme apprezzano molto l’idea.
Ricordate, basta cominciare, le idee vengono da sole! Buona lettura e buon storytelling!
(Tratto dal sito mammafelice.it blog di Daniela, http://lestorieonlinedilunablu.blogspot.com)

Leggere (o sentir leggere) fa benissimo ai bambini

Leggete i libri ai vostri bimbi?
Recentemente ho letto un articolo sul giornale  "corriere della sera" dove parla appunto del beneficio della lettura ai bambini piccoli...

Leggere (o sentir leggere)
fa benissimo ai bambini

Nei piccoli, ascoltare libri letti a voce alta, stimola i neuroni e aiuta a moderare comportamenti anti-sociali

BAMBINI
Leggere (o sentir leggere)
fa benissimo ai bambini
Nei piccoli, ascoltare libri letti a voce alta, stimola i neuroni e aiuta a moderare comportamenti anti-sociali


Leggere le fiabe fa bene
Leggere le fiabe fa bene
MILANO -
Leggere fiabe e filastrocche a un bambino, meglio se è ancora molto piccolo, fa bene a lui e ai genitori. Lo dimostrano studi scientifici e numerose esperienze in Italia e all’estero. Come «Nati per leggere», il progetto nazionale senza fini di lucro con il quale, da più di dodici anni, pediatri e bibliotecari lavorano insieme per promuovere nei genitori la buona abitudine di leggere ai propri figli di età compresa tra i 6 mesi e i 6 anni. Non per farli addormentare, ma per svegliarne la mente. «Una lettura ad alta voce, - afferma il dottor Michele Gangemi, past president dell’Associazione Culturale Pediatri e pediatra di libera scelta in Verona, - è in grado di “rapire” un bambino almeno quanto un videogame».

A VOCE ALTA Ma che cosa spinge i pediatri di libera scelta a mobilitarsi in forze, per un obiettivo che sembra più nelle corde di un educatore o di uno psicologo?«Perché leggere a un bambino ha effetti molto positivi sulla sua salute, sul suo sviluppo cognitivo ed emotivo. E quello di vegliare su tale sviluppo è precisamente uno dei compiti dei pediatri». In due parole, secondo studiosi di tutto il mondo, la lettura ad alta voce è una delle strategie di dimostrata efficacia per prevenire i problemi dello sviluppo e dell’apprendimento nel bambino. Non importa se il bambino abbia appena iniziato a stare seduto senza sostegno, se non abbia ancora detto “mamma”. Anzi, prima si comincia, meglio è. «L’efficacia della lettura ad alta voce in epoca neonatale, - spiega Michele Gangemi, - si fonda sulla teoria dello sviluppo precoce (Early Child Development). Nel bambino molto piccolo, lo stimolo a svolgere un nuovo compito (come quello di ascoltare, appunto) aumenta la sopravvivenza dei nuovi neuroni che si stanno formando: senza compiti, i nuovi neuroni svaniscono. E più il compito è difficile e ripetuto, più aumenta il numero dei neuroni "risparmiati". In pratica, sembra che esista una finestra temporale entro cui l’apprendimento di nuovi compiti può risparmiare i neuroni. È compresa fra prima e seconda settimana dalla nascita della cellula: più precisamente fra il 7° e il 14° giorno e corrisponde al periodo in cui la cellula neonata e non specializzata si differenzia in neurone, emette i filamenti (dendriti) che le permettono di "collegarsi". È così che il neonato diventa sensibile all’apprendimento». Una volta avvenuto il cablaggio, agire sulla plasticità dello sviluppo è ancora possibile, naturalmente, ma è molto più difficile. Ecco perché l’”evangelizzazione” delle mamme comincia dai reparti di maternità degli ospedali e viene proseguita dal pediatra di libera scelta.

IL RUOLO DELLE BIBLIOTECHE -Con la collaborazione delle biblioteche cittadine, che si attrezzano per rendere possibile l’accesso di mamme e bambini. «A Verona, per esempio, presso il mio studio, è attivo un vero e proprio punto prestito, con la restituzione dei libri presso uno dei 12 punti specializzati delle biblioteche cittadine». Una volta cominciato, è importante continuare, perché un intervento sul piacere della lettura può avere un effetto positivo anche più tardi, fino ai sei anni di età. «È proprio questo il periodo in cui si forma la capacità del bambino di "immaginare", di costruire le immagini sotto lo stimolo della lettura, - dice Gangemi. - E in cui si struttura e si conferma il piacere della lettura. Aumentare lo spazio di ascolto, la capacità di costruirsi delle immagini, lo sviluppo della creatività e dell’immaginazione, I bambini, esposti più che in passato a stimolazioni tele-visive, tendono a elaborare meno immagini». Inoltre, la voce della mamma o del papà, e il tempo passato con il bambino (invece di parcheggiarlo davanti alla TV) creano un momento privilegiato e non sostituibile di relazione che fa bene al piccolo, ma anche alla famiglia.
LITERACY Ma c’è di più. «La capacità di leggere, scrivere e comprendere un testo (la “literacy”) fa bene alla salute ed è un indicatore di benessere riconosciuto, - conclude Gangemi. - Buoni livelli di literacy sono legati a un migliore utilizzo dei servizi sanitari e quindi a migliori condizioni di salute. Adolescenti con bassi livelli di literacy sono a rischio almeno doppio di andare incontro a comportamenti aggressivi e antisociali. E il numero di adolescenti in queste condizioni è, purtroppo, in continuo aumento”» È il circolo vizioso, che parte dall’incapacità di leggere e capire e, passando attraverso disagio, frustrazione e riduzione dell’autostima, giunge infine all’aumento del tasso di abbandono scolastico e del rischio di disturbi del comportamento. Un circolo vizioso che colpisce soprattutto i figli di famiglie in condizioni socio-economiche svantaggiate alle quali, prima di tutto, si rivolge «Nati per leggere».
Luciano Benedetti
17 maggio 2011© RIPRODUZIONE RISERVTA

GIOCHI EDUCATIVI

Visto che siamo in tema di giochi..a natale il mio bimbo di 4 anni ha ricevuto il memory e da subito si è molto appassionato!cosi l'altra settimana ho deciso di comprargli le carte UNO e pure con questo gioco l'ho visto molto entusiasto, tanto che ogni sera dopo cena,facciamo una partitina...sono molto contenta perchè sono giochi molto intelligenti ed educativi,quindi
volevo proporveli a voi genitori sempre come passatempo pomeridiano,questi tipi di giochi sono molto divertenti ma allo stesso tempo sono istruttivi ed aiutano a sviluppare le capacità intelletive dei bambini.
Sono strumenti educativi,quindi sono felice di consigliarvelo come alternativa ad altri giochi!

 

GIOCHI DA FARE IN CASA PER BAMBINI DA 0 A 2 ANNI

CIAO BIMBI!!!CIAO MAMME!!CIAO PAPà!!!!

ORMAI LE GIORNATE SONO DIVENTATE BUIE E FREDDE,ALLORA PENSAVO E CREDO CHE SIA UN PROBLEMA UN Pò DI TUTTI I GENITORI..COSA POSSIAMO FAR FARE AI NOSTRI FIGLI?COME IMPEGATE IL POMERIGGIO?COSA GLI FATE FARE?PAPPA..NANNA..UN Pò DI CARTONI ANIMATI E POI??ALLORA SPEGNETE LA TELEVISIONE E LEGGETE UN Pò COSA HO TROVATO DI INTERESSANTE PER GIOCARE IN ALLEGRIA CON I NOSTRI BAMBINI DURANTE QUESTI FREDDI INVERNALI,SONO GIOCHI SEMPLICI E CREATIVI!




DA 0 A 6 MESI

PASSEGGIATA
Prendiamo in braccio il nostro fagottino e portiamolo a passeggio per la casa. Raccontiamo cosa succede nelle varie stanze (in camera da letto mamma e papà fanno la nanna, in cucina la mamma prepara la pappa, in balcone ci sono le piantine... e così via), commentiamo i quadri, inventiamo nomi per i suoi peluches…vedremo il bimbo incantarsi ad ascoltare i nostri racconti, cerchiamo però di essere coerenti e dare sempre le stesse versioni: i bimbi amano le cose ripetute più e più volte e sempre nello stesso modo

BUBU SETTETE
Un gioco antico dal fascino indiscusso. Si può giocare coprendo il volto della mamma con le mani oppure nascondendo un peluches sotto il tavolo per poi farlo riapparire

DINDOLO’
Sediamoci con il bimbo sulle ginocchia e, facendolo dondolare avanti e indietro cantiamogli una breve filastrocca

DA SEI A 12 MESI

COMPROMESSO
Prendere due peluches o due oggetti cari al bimbo, uno lo tiene la mamma e uno il bimbo. Poi chiediamo: ”facciamo cambio?” proponendo il nostro oggetto in cambio del suo. Non manchiamo di dire “grazie” e di elogiare il bimbo quando ci porge il suo giochino!!!

TRAVASI
Prendiamo diversi tipi di contenitori, della pasta o della farina e cominciamo a disporla nei contenitori. I bambini amano i travasi, la loro coordinazione oculo-manuale ne gioverà moltissimo e diverranno sempre più abili!!!

IL FAZZOLETTO
Sediamoci sul tappeto con il bimbo e prendiamo un fazzoletto di stoffa, porgiamo una estremità al bimbo e tiriamo l’altra verso di noi…all’inizio il piccolo si sbilancerà ma, una volta compreso il meccanismo comincerà a tirare a sua volta. A questo punto facciamo finta di cadere e diciamogli allegramente:”come sei forte!!!”


DA 12 A 18 MESI

LE TORRI
I bimbi di questa età adorano fare le torri, impilano qualunque cosa: le costruzioni, i cubi colorati, scatoline… ma il gioco vero è buttare giù la torre…si divertiranno un mondo se inventerete dei suoni fragorosi quando cadono i pezzetti!!!

STRUMENTI MUSICALI FAI-DA-TE
Prendiamo dei materiali di recupero: bottiglie di plastica da 1 litro e da mezzo litro, contenitori di diverse forme, dimensioni e costituite da materiali diversi e poi riempiamoli con: fagioli o lenticchie, farine varie, noci e castagne. Invitiamo il bimbo a scuoterle e a provare le diverse sonorità, dopodichè cantiamo una canzoncina ritmandola con le bottigliette musicali

NASCONDINO
Il mio bimbo di 15 mesi adora giocare a nascondino!!! E’ abilissimo a trovare i nascondigli più remoti e rimane ad aspettare che io lo trovi per molto tempo…immobile e senza emettere suoni…lui tiene la testa bassa e il gioco non finisce se lui non alza la testa per guardarmi!!! Il suo nascondiglio preferito è sotto una sedia ma gli piace anche nascondersi dietro le porte… Attenzione a non lasciare aperti gli armadi!!!

 DA 18 A 24 MESI

 UNO DUE TRE: STELLA!!
I bimbi, al nido, si divertono tantissimo a giocare a questo gioco!!! Le regole sono semplicissime: la mamma si mette ad un capo della stanza ed il bimbo all’altro. La mamma si volta verso il muro e dice “uno, due, tre…” il bambino può muoversi…ma quando la mamma si gira e dice: “stella” il bimbo deve rimanere immobile!!! Quando il bimbo vi raggiungerà elogiatelo e coccolatelo!!!
Non pensate che siano troppo piccoli, vi stupirete di come imparino in fretta!!!

CAMMINA COME….
Anche questo gioco è molto amato dai bimbi di nido. Per raggiungere un oggetto o solo per spostarsi da una stanza all’altra, la mamma chiederà al bambino di fare 2 passi da leone, uno da formica, tre da ippopotamo e così via. Una volta raggiunto il traguardo non mancate di coccolarli ed elogiarli.

Qualsiasi azione che facciamo in casa può diventare un gioco per i nostri figli, fare il bucato o stendere i panni per non parlare poi di cucinare o rassettare una stanza!!! L’importante è il coinvolgimento e l’entusiasmo con il quale proponiamo le attività da fare. I bimbi si divertiranno e anche noi, a fine giornata, ci renderemo conto che il pomeriggio è passato in un baleno!!!

A cura della pedagogista dott.ssa Mariaelena La Banca
(Le informazioni provengono dal sito Pianetamamma.it)